Piccolo, ma potente ed eterno
Piccolo, ma potente ed eterno
Tempietto di San Pietro in Montorio - Roma, 1502-1507 ca.
Il tempietto di San Pietro in Montorio venne commissionato a Bramante da Isabella e Ferdinando, reali di Spagna, tramite il cardinale spagnolo Bernardo Lopez de Carvajal. Edificato sul Gianicolo, nel presunto sito della crocifissione di San Pietro, come un nuovo martyrion fuori dalle mura di Roma e all'interno del convento quattrocentesco dell'ordine francescano del Beato Amedeo. Probabilmente già esisteva una cripta sotterranea, oggetto di devozione e forse la ragione principale dell'interesse dei reali di Spagna.
Nel progetto originario del Bramante probabilmente il tempietto doveva essere il centro di un cortile circolare, spiccato su tre gradini, con un podio all'antica ed entrate radiali. Risultato della combinazione delle perfette figura del cilindro e della sfera, a raffigurazione simbolica del cosmo, il progetto proponeva sedici colonne di ordine dorico con la base, trabeazione a triglifi e metope, elementi quasi inediti in quegli anni e già rari nella Roma antica.
La chiara ispirazione di Bramante è da ricercarsi oltre che nei monumenti sepolcrali antichi, anche nel tempio di Vesta a Roma e nel tempio della Fortuna a Tivoli.
Anche la balaustra, forse aggiunta più tardi era un elemento nuovo nella produzione architettonica della Roma di quegli anni.
Il tempietto testimonia quindi i nuovi orientamenti del Bramante romano: superata la ricerca milanese, l'artista intende ricorrere meno all'elemento decorativo e alla ricerca illusionistica , per approfondire invece il linguaggio in senso prettamente classico, orientato ad un più equilibrato discorso di volumi.
Il tempietto infatti, per a sua composizione perfetta, ha rappresentato subito una sorta di sintesi degli ideali simbolici e formali di un'intera epoca e di un'intera cultura.
Infine va ricordato che nel tempietto è presente anche una precisa numerologia ricorrente nella tradizione architettonica giudaico-cristiana e medievale: vi si ritrovano infatti i numeri 16 (le colonne e le paraste lungo il muro della cella), 8, legato alla Passione (le nicchie e le finestre), 4 (gli ingressi al cortile), 3 (gli accessi al tempietto),48, cioè 3x4x4 (le metope nel fregio).