top of page

MOSTRA

LA MOSTRA

La mostra è allestita in uno spazio virtuale rappresentato come fosse un disegno, uno spazio in cui il visitatore si troverà fisicamente,  qualora la mostra venga allestita realmente, e corrisponde alle sale museali e allo spazio esterno del chiostro di Santa Maria della Pace, anch'esso opera di Donato Bramante.

Chiostro di Santa Maria della pace Roma, 1500-1504

 

La realizzazione del chiostro venne commissionata a Bramante dal cardinal Oliviero Carafa. Esso s'inseriva nel contesto della chiesta tardo-quattrocentesca d Santa Maria della Pace, voluta da papa Sisto IV e attribuita a Baccio Pontelli. 

Dalla strada si accedeva al chiostro di spigolo: Bramante previde la soluzione del pavimento giocato sulle diagonali, attento a risolvere l'angolo con la muratura piegata.  Dall'ingresso, gli assi diagonali, prospettici, guidano l'osservazione verso il pilastro d'angolo, cioè un "pieno".  Nella progettazione ha affrontato due problemi: l'adozione degli Ordini classici in una composizione variata, e in particolare in un edificio a due piani di differenti altezze; la ricerca di un sistema proporzionale, tale da istituire un ordine generale tra elementi comunque diversi.   I tracciati regolatori di tale sistema sono stati rilevati ed evidenziati in una pianta, reticolo modulare di quadrati di cui i quattro corsi esterni perimetrali erano costituiti dai porticati, e una serie di diagonali rivelano le proporzioni delle fronti in rapporto 4:3 e 2:1. Inoltre, l'altezza del piano superiore era uguale a quella del piano terreno diminuita di un quarto. Altre proporzioni sono state individuate nei tre moduli dell'altezza del plinto più parasta al piano terreno, nei 7 moduli circa della parasta, nei 3 moduli della trabeazione più l'intero piano superiore e nei 6 moduli del pilastro del piano superiore.

Il chiostro distribuiva al piano terreno il refettorio, le cucine e le sale di riunione, al piano superiore le celle e la biblioteca. Nei pilastri del porticato per la prima volta, dopo l'antichità, egli utilizzava l'ordine tuscanico, con paraste di ordine ionico su alti plinti; al primo piano invece si alternavano pilastri compositi con esili colonnine corinzie, terminando in alto con le cornici rette da mensole, desunte dal coronamento del Colosseo.   L'osservazione attenta della sovrapposizione degli ordini del Colosseo non si traduceva in un'imitazione, ma in un'interpretazione nuova e moderna. 

Bramante affermava dunque che il linguaggio romano classico poteva risolvere ogni problema della composizione architettonica. Per esempio, era inedita la compresenza dei quattro ordini articolata in due piani soltanto, la famosa soluzione d'angolo con il pilastro piegato, la parasta "filiforme", e il capitello ionico ridotto soltanto alle due volute piegate a libro. L'assenza totale di decorazione trovava un'accentuazione radicale nella scelta al piano terreno dell'ordine tuscanico, che non prevedeva nel fregio i triglifi e le metope.  L'architettura del chiostro della Pace proponeva la "licenza" del porre il piano sul vuoto, dato che le esili colonne del primo piano gravano al centro dell'intercolumnio. Il portico sottostante aveva volte in muratura, mentre il primo piano aveva una copertura lignea, scelta per evitare, con l'adozione di volte a crociera, un rialzo che avrebbe portato all'aggiunta di un attico o di un cornicione. Il chiostro, dunque, rivelava una piena maturità espressiva e l'avvio della cosiddetta "grande maniera" o "pieno Rinascimento". 

bottom of page